Percorsi.
Se si potesse “guardare” la speranza, direi che Percorsi ne è una finestra d’osservazione. Siamo portati, spesso, a pensare di essere diversi da tutti gli altri. Ciò è un fattore positivo se si considera che l’originalità, in quanto tale, sia un bene che andrebbe custodito ma non lo è per un unico altro motivo. Quello legato alla condivisione. E Percorsi è senza dubbio un modo di intraprendere con tre artisti (diversi eppure uniti) una strada. Inclusiva. La luce, il colore, il profumo. C’è un universo di senso in ciò che intendiamo raccontare. C’è una stanza di pomeriggio, una casa al mare bianca e azzurra, con fiori rossi sul tavolo, un letto disfatto, un’emozione incontrollabile, un vento di malinconia, c’è un sorriso pastello. Il conoscersi e il ri-conoscersi. Onesto. Leale. C’è la poesia, l’immagine cristallina, la parola declinata nel tono della vita. C’è soprattutto la consapevolezza che la varietà dei punti dai quali osserviamo, ci consente (e ci dona, perciò) la possibilità alta di vivere numerose esistenze. Percorsi è una passeggiata degli occhi, è uno specchio nel quale si riflette l’abbraccio dell’arte. È un luogo in cui s’incontra da sempre un amico che vive lontano, che ha tanti aneddoti da proporre. Una persona del cuore alla quale affidiamo conversazioni silenziose e acute riflessioni. Ha la leggerezza della parola di un bambino e la maturità della carezza di un adulto. È un sogno che non abbiamo confessato a noi stessi. Ma solo alla luna. Buona Visione.